Tre giorni di full immersion calabrese tra beni artistici, architettonici e culturali, enogastronomia, produzioni tipiche, su invito dell'amministrazione regionale, per un educational dedicato al Turismo Religioso.
Mi reco, come d'abitudine per i miei viaggi lenti per l'Italia, alla stazione Termini per prendere un Intercity che mi porterà in 6 ore ala stazione di Lamezia Terme Centrale.
Al mio arrivo trovo ad aspettarmi una navetta con la quale verrò portato, in 2 ore, a Scalea all'Hotel Village Santa Caterina.
Saranno i primi 122 km percorsi in terra calabrese in questi tre giorni nei quali, seguendo la costa tirrenica, andremo tra la provincia di Cosenza a quella di Catanzaro, da quella di Vibo Valentia a Reggio Calabria. Se l'Italia è lunga, la Calabria rappresenta la regione più lunga dello stivale, due motivi per cui, purtroppo, risulta la meno raggiunta e battuta da viaggiatori di tutte le epoche e dai turisti italiani e stranieri contemporanei.
Al mio arrivo trovo ad aspettarmi una navetta con la quale verrò portato, in 2 ore, a Scalea all'Hotel Village Santa Caterina.
Se a questo, poi, aggiungiamo le carenze infrastrutturali nei trasporti ferroviari (in esercizio permanente effettivo il solo tronco tirrenico fino a Reggio Calabria, anche percorsi da treni in simil alta velocità; mentre il tronco Adriatico Reggio Calabria-Taranto, è pressoché inesistente, non elettrificato e a binario unico per pochi treni; tutte le utilissime tratte trasversali interne, salvo quella per Cosenza, ormai dismesse); stradali (salvo l'Autostrada A2, nobilitata con l'appellativo "Autostrada del Mediterraneo", la viabilità provinciale e regionale è costituita da 9.922 Km - dati Conto Nazionale Trasporti - 4.182 Km - dati ACI - di strade strette, contorte, spesso in salita, data l'orografia montana della Calabria e la forte presenza di borghi - praticamente la totalità dei 409 comuni - in posizione elevata appena sopra la costa); portuali e aeroportuali (due soli aeroporti, Lamezia Terme e Reggio Calabria).
All'Hotel passo la nottata, e la mattina dopo trasferimento al Santuario di San Francesco di Paola
Prendiamo la Statale 18 Tirrenica Inferiore. La strada si svolge sopraelevata, lungo la costa, ora si vede il mare, ora grumi di case appollaiate su picchi rocciosi, fino ad un incrocio, sulla sinistra;
svoltato, si sale rapidamente, di curva in curva, all'ultima, in mezzo a due container si erge la statua del Santo che annuncia il Santuario.
Poi, un busto del Santo all'inizio del viale pedonale che finisce ad un cippo con una colonna e una piccola croce all'inizio del piazzale della chiesa.
La facciata dell'antica chiesa è piccola, nel fondo prospettico, al fondo tra due ali di edifici, ad uno dei quali si appoggia visivamente, alla base di una collina.
Arrivando alla facciata, in realtà discosta dal lungo edificio, si accede alla parte antica del Santuario, degli edifici del Convento del Romitorio.
Santuario di San Francesco di Paola
Cambia giorno e siamo pronti per altri 145 Km per nuovi paesaggi e nuove scoperte.
Da Scalea a Pizzo Calabro la cittadina dove morì Gioacchino Murat e resa famosa dalla famosa palla gelato al cioccolato, il "Tartufo di Pizzo" e dalla produzione del tonno sott'olio.
Pizzo Calabro
Appena fuori della cittadina, poco prima di arrivare, si va a vedere la grotta contenente la Chiesetta di Piedigrotta nella spiaggia denominata Prangi, nella zona detta Centofontane, per l'esistenza ancora attuale di moltissime fonti di acqua dolce
e la Chiesa intitolata a San Rocco e San Francesco di Paola
La posizione forte, e il castello, favorirono la crescita del borgo marinaro, anche per la fortunata attività di pesca del tonno.
Per secoli, i tonni, nel mese di maggio giugno, raggiungevano a milioni le spiagge del golfo di S. Eufemia, dove sorsero le famose tonnare di Bivona, e di Pizzo.
Proprio a fianco della Chiesa della Piedigrotta, nella spiaggia denominata Prangi, nella zona detta Centofontane, per l'esistenza ancora attuale di moltissime fonti di acqua dolce, il rais ed i suoi uomini collocavano, fino agli anni settanta la tonnara che veniva tenuta da cavi che partivano dalle rocce a terra, sotto l'attuale Chiesa di S. Francesco di Paola. Nelle rocce a mare ci sono le tracce di questa attività.
È crollato l'arco di pietra che teneva il cavo, ma si notano piscine, scale, scavi, vaschette, irrorati dalle fonti di acqua dolce oggi poco copiose, dove probabilmente si lavavano i tonni.
Ritorniamo a Scalea da dove, domani, ripartiremo per l'ultima tappa, la più lunga, 243 Km, dalla provincia di Cosenza, attraverso quella di Catanzaro e Vibo Valentia, per raggiungere Reggio Calabria.
All'Hotel passo la nottata, e la mattina dopo trasferimento al Santuario di San Francesco di Paola
Prendiamo la Statale 18 Tirrenica Inferiore. La strada si svolge sopraelevata, lungo la costa, ora si vede il mare, ora grumi di case appollaiate su picchi rocciosi, fino ad un incrocio, sulla sinistra;
svoltato, si sale rapidamente, di curva in curva, all'ultima, in mezzo a due container si erge la statua del Santo che annuncia il Santuario.
Poi, un busto del Santo all'inizio del viale pedonale che finisce ad un cippo con una colonna e una piccola croce all'inizio del piazzale della chiesa.
La facciata dell'antica chiesa è piccola, nel fondo prospettico, al fondo tra due ali di edifici, ad uno dei quali si appoggia visivamente, alla base di una collina.
Arrivando alla facciata, in realtà discosta dal lungo edificio, si accede alla parte antica del Santuario, degli edifici del Convento del Romitorio.
Santuario di San Francesco di Paola
clicca qui per andare alla galleria dove puoi acquistare online questo acquarello
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Accanto agli antichi sassi, una discutibile irriverente sovrapposizione moderna
E poi seguendo percorsi silenziosi, si accede ai luoghi di lavoro, le fornaci ad esempio, dei frati Minimi, l'ordine fondato da San Francesco di Paola; e ai luoghi spirituali, la grotta in cui si rifugiava a pregare il Santo, preceduta da un tempietto, e la fonte miracolosa, annunciata dai mestoli attaccati alla porta.
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Da Scalea a Pizzo Calabro la cittadina dove morì Gioacchino Murat e resa famosa dalla famosa palla gelato al cioccolato, il "Tartufo di Pizzo" e dalla produzione del tonno sott'olio.
Pizzo Calabro
Appena fuori della cittadina, poco prima di arrivare, si va a vedere la grotta contenente la Chiesetta di Piedigrotta nella spiaggia denominata Prangi, nella zona detta Centofontane, per l'esistenza ancora attuale di moltissime fonti di acqua dolce
e la Chiesa intitolata a San Rocco e San Francesco di Paola
La posizione forte, e il castello, favorirono la crescita del borgo marinaro, anche per la fortunata attività di pesca del tonno.
Per secoli, i tonni, nel mese di maggio giugno, raggiungevano a milioni le spiagge del golfo di S. Eufemia, dove sorsero le famose tonnare di Bivona, e di Pizzo.
Proprio a fianco della Chiesa della Piedigrotta, nella spiaggia denominata Prangi, nella zona detta Centofontane, per l'esistenza ancora attuale di moltissime fonti di acqua dolce, il rais ed i suoi uomini collocavano, fino agli anni settanta la tonnara che veniva tenuta da cavi che partivano dalle rocce a terra, sotto l'attuale Chiesa di S. Francesco di Paola. Nelle rocce a mare ci sono le tracce di questa attività.
È crollato l'arco di pietra che teneva il cavo, ma si notano piscine, scale, scavi, vaschette, irrorati dalle fonti di acqua dolce oggi poco copiose, dove probabilmente si lavavano i tonni.
Ritorniamo a Scalea da dove, domani, ripartiremo per l'ultima tappa, la più lunga, 243 Km, dalla provincia di Cosenza, attraverso quella di Catanzaro e Vibo Valentia, per raggiungere Reggio Calabria.
Reggio Calabria
Prima tappa il Museo Diocesano d'Arte Sacra, uno scrigno ricchissimo di preziosissime opere d'arte, e dopo l'entusiasmante visita al Museo, prima del pranzo mi godo un breve giro a zonzo per il centro storico di Reggio Calabria
Prima tappa il Museo Diocesano d'Arte Sacra, uno scrigno ricchissimo di preziosissime opere d'arte, e dopo l'entusiasmante visita al Museo, prima del pranzo mi godo un breve giro a zonzo per il centro storico di Reggio Calabria
Pranzo a base di piatti colorati e saporiti, tutti rigorosamente tipici e piccanti
Dopo, altra entusiasmante visita al Museo del Bergamotto
Grazie all’impegno dell’Accademia Internazionale del Bergamotto, il museo è ormai diventato una tappa fondamentale di cui nessun turista può più esimersi dal visitarlo. Sorge nel centro storico della città di Reggio Calabria, a 100 metri dal Museo Nazionale della Magna Grecia, dove si trovano i famosi Bronzi di Riace, e racconta la storia e l'economia che hanno caratterizzato la vita sociale degli ultimi duecento anni della Città dello Stretto.
Vi si trova un'esposizione di strumenti che raccontano più di trecento anni di cultura, storia e tradizioni sull’agrume e il suo utilizzo. Oltre a tracciare il percorso storico e lavorativo del bergamotto, il Museo mostra una vera rassegna dell’archeologia industriale con le macchine da estrazione risalenti all’inizio del Settecento; dalle prime a vapore degli anni Ottocento e quelle a motore elettrico nei primi del Novecento, fino a giungere all’industria degli anni Sessanta.
Per il Museo del Bergamotto è stata creata un'ampia offerta di servizi in un ampio spazio a supporto del Museo e del visitatore, il Museum Center, nato per offrire ristorazione e svago di qualità.
Per finire, una doverosa ed immancabile passeggiata al mare per gustare il paesaggio sospeso del tramonto sullo stretto di Messina, tra gabbiani che volteggiano attorno ad una solitaria barchetta di pescatori con sullo sfondo, la vista scenografica della Sicilia con Messina.
Per il Museo del Bergamotto è stata creata un'ampia offerta di servizi in un ampio spazio a supporto del Museo e del visitatore, il Museum Center, nato per offrire ristorazione e svago di qualità.
Per finire, una doverosa ed immancabile passeggiata al mare per gustare il paesaggio sospeso del tramonto sullo stretto di Messina, tra gabbiani che volteggiano attorno ad una solitaria barchetta di pescatori con sullo sfondo, la vista scenografica della Sicilia con Messina.
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