La storia degli abitanti di Jenne, paese arroccato su uno sperone di roccia sulla valle dell'Aniene poco sopra del Sacro Speco di San Benedetto, grumo di case con 366 abitanti nel cuore del parco dei monti Simbruini, è, da sempre, di una vita legata alla pastorizia e all'agricoltura di montagna. Come pastori di montagna, portavano i propri armenti lungo le vie della transumanza che spesso li portava nelle pianure costiere del Lazio. Così, nel tempo, alcuni di loro, hanno abbandonato la vita transumante e sono diventati stanziali stabilendosi definitivamente a valle. Questa è la storia di un contadino proprietario di un fondo in località Ladispoli. Il fondo, coltivato a ulivi e grano, ospita annualmente una festa che si svolge in due fasi: la prima richiama da Jenne gli anziani agricoltori che mietono tradizionalmente a mano col falcetto, le spighe di grano dorato, cantando e ballando al suono dell'organetto; la seconda, è la festa della trebbiatura nella piazza antistante la chiesa di Jenne, con l'uso di una vecchia mototrebbia.
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